I STAND HERE AGAINST YOU – The Invisible Materiality of Borders
La mostra I STAND HERE AGAINST YOU – The Invisible Materiality of Borders, ospitata al Castello del Valentino il 31 ottobre e il 3 novembre, presenta la ricerca fotografica di Laura Villa Baroncelli sull’ambiguità delle frontiere contemporanee, che oggi si manifestano attraverso dispositivi tecnologici distribuiti e infrastrutture spesso invisibili. In dialogo con questa ricerca, una selezione di lavori sviluppati dagli studenti del corso di Art Direction Design 2025 esplora i confini invisibili della città di Torino, rivelando barriere sottili, soglie ambigue e forme di deterrenza che incidono sui nostri movimenti e sulla percezione dello spazio urbano. Il progetto di ricerca è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Un confine può essere tracciato su un foglio con un segno netto, ma come si manifesta quando attraversa le nostre città, i nostri corpi, le nostre abitudini?
Mentre le città contemporanee si presentano come spazi di apertura e fluidità, i meccanismi di controllo si fanno sempre più sottili. Non più cancelli o recinzioni visibili, ma soglie, atmosfere, segnali impliciti: configurazioni spaziali che regolano i nostri movimenti, le soste, le interazioni, senza dichiararlo apertamente.
La ricerca di Laura Villa Baroncelli, esposta qui con alcune immagini scattate lungo le frontiere tra Stati Uniti e Messico e tra Stati Uniti e Canada, indaga queste soglie invisibili. Attraverso dispositivi tecnologici distribuiti, infrastrutture sottili e architetture del permesso, i confini contemporanei si manifestano come linee di ambiguità e tensione. La materialità di questi limiti sottili diventa visibile attraverso uno sguardo fenomenologico e attento, capace di leggere ciò che normalmente sfugge.
Il laboratorio con gli studenti del corso di Art Direction Design 2025 si inserisce in questo dialogo.
Gli studenti hanno camminato nella città di Torino, mappando deviazioni, ostacoli, deterrenze. Hanno scoperto che spesso il confine non dice “vietato” ma si insinua: una luce spenta, un varco ambiguo, un marciapiede che finisce senza preavviso. La città parla anche così, attraverso messaggi impliciti, esercitando un security by design che ci guida, ci respinge, ci seleziona.
In questi luoghi-soglia hanno attivato il corpo, non più solo documentando ma intervenendo, estetizzando. Rendere visibile ciò che normalmente resta invisibile: percepire tensioni e presenze temporanee, e intervenire con piccoli gesti o oggetti minimi.
Le serie fotografiche esposte restituiscono la complessità dei confini contemporanei, invitando a domandarsi dove finisca un confine e dove cominci la nostra percezione di sicurezza e spazio condiviso.
Quali sono oggi i confini che attraversiamo senza accorgercene? Quali memorie custodiscono? E quanto la nostra creatività può trasformarli, ri-abitarli, o rivelarne la natura mutevole?
Il progetto di ricerca è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.